L’infrastruttura assicura l’adesione ai più alti standard di custodia ed è progettata per adattarsi alle esigenze specifiche dell’intermediario, che può scegliere se mantenere il pieno controllo delle chiavi private, adottare un modello ibrido o delegarne la gestione al custode. Pensata per essere facilmente utilizzabile anche da operatori non tecnici, si basa su una tecnologia brevettata, in grado di garantire la protezione degli asset da attacchi esterni, errori umani e compromissioni interne, grazie a un’architettura intrinsecamente ridondante.
Il protocollo di custodia è progettato per offrire la massima solidità, combinando sicurezza, trasparenza e verificabilità. La documentazione è pubblicamente disponibile attraverso un white paper dettagliato, mentre controlli periodici da parte di certificatori esterni rafforzano ulteriormente la fiducia nell’intero sistema.
L’infrastruttura è strutturata su più livelli e utilizza una configurazione multifirma, con un numero di chiavi personalizzabile in base alle esigenze operative e ai requisiti di sicurezza dell’intermediario. Il sistema prevede tre livelli di custodia, ciascuno con un proprio quorum di firma per autorizzare il passaggio degli asset al livello successivo.
Le aree denominate “Frozen” e “Cold” restano completamente offline, riducendo drasticamente l’esposizione agli attacchi e massimizzando la protezione. A ulteriore garanzia, sono implementati meccanismi di timelock, che congelano temporaneamente gli asset in caso di movimentazioni sospette o non autorizzate, creando una barriera di sicurezza aggiuntiva.
La trasparenza rappresenta il pilastro fondamentale su cui si basa l’intero framework di custodia. A differenza di molti operatori che adottano un approccio di security by obscurity, il modello si distingue per la sua apertura e verificabilità. L’architettura è pensata per essere trasparente fin dalla progettazione: un white paper pubblico ne descrive il funzionamento in modo dettagliato, mentre la Prova-delle-Riserve consente, tramite un meccanismo crittografico, di verificare in ogni momento l’effettiva disponibilità e il pieno controllo degli asset in custodia.
La Prova-delle-Riserve rappresenta uno degli elementi più caratterizzanti dell’infrastruttura. Un’innovazione pionieristica che innalza la trasparenza della custodia degli asset a un livello ben oltre gli standard del settore. È paragonabile a una telecamera costantemente puntata sulla cassaforte: un sistema di sorveglianza crittografico sempre attivo e accessibile a chiunque, che consente una verifica continua e indipendente. In ogni momento, è possibile accertare che gli asset siano effettivamente detenuti, pienamente controllati e coerenti con quanto riportato nei registri contabili dell’istituzione.
Il modello di custodia di base, completamente configurabile dall’intermediario, prevede il coinvolgimento diretto di attori esterni nel processo di approvazione delle operazioni. In questo modo, ogni movimentazione degli asset richiede l’intervento congiunto di più soggetti, garantendo che nessuno possa agire in autonomia. Questo ulteriore livello di sicurezza, pur senza compromettere l’operatività, assicura una protezione strutturale contro accessi o trasferimenti non autorizzati.